CATTIVA DIGESTIONE E TACHICARDIA

Aumento della frequenza cardiaca, palpitazioni, sensazione di peso, oppressione o dolore al centro del petto. Quando si manifestano questi sintomi il primo pensiero va all’infarto, ma prima di preoccuparsi troppo vanno valutate le circostanze nelle quali insorgono. Dopo pasti abbondanti, per esempio, è molto probabile che a causarli sia lo stomaco.

CATTIVA DIGESTIONE E TACHICARDIA

 

Mangiare più del solito, assumere cibi a cui non si è abituati o bere un bicchiere di vino o un amaro di troppo, mentre si è distratti da allegre chiacchiere con amici o parenti, può causare fastidi che vanno al di là di un po’ di pesantezza, gonfiore e acidità di stomaco dopo il pasto. Per esempio, si possono sperimentare sintomi a livello del cuore, come alterazioni del battito cardiaco, palpitazioni, bruciore e dolore toracico, che possono spaventare molto e che rappresentano una delle più frequenti cause di accesso in Pronto soccorso, soprattutto nei giorni di festa e dopo occasioni “speciali” come matrimoni, battesimi e anniversari di vario tipo, celebrati anche a tavola.

Va subito detto che, benché li ricordino da vicino, questi sintomi non hanno nulla a che vedere con l’infarto, l’angina, la fibrillazione atriale o altre patologie cardiache severe. Nella stragrande maggioranza dei casi sono l’espressione di quella che tecnicamente viene chiamata “sindrome gastro-cardiaca” o “sindrome di Roemheld”, dal nome del medico tedesco Ludwing Roemheld (1871-1938) che la descrisse per la prima volta all’inizio del secolo scorso, pur senza poterla caratterizzare precisamente a causa della mancanza di strumenti diagnostici adeguati.

Anche oggi, d’altro canto, le cause alla base dei disturbi cardiaci transitori determinati da un pasto un po’ troppo abbondante o, comunque, per varie ragioni mal tollerato sono note soltanto in parte e si ritiene siano legate alla combinazione sfavorevole di eventi meccanici e neurologici. Quel che è certo, invece, è che il fenomeno, per quanto tendenzialmente angosciante per chi lo sperimenta, è del tutto benigno e privo di sequele negative di qualunque tipo, sia a livello del cuore sia a livello gastroenterico. Vediamo in che cosa consiste e perché si verifica.

SINTOMI DELLA SINDROME GASTRO-CARDIACA

I sintomi della “sindrome gastro-cardiaca” sono abbastanza numerosi e possono manifestarsi in combinazioni variabili da caso a caso, generalmente durante o dopo pasti abbondanti, comprendenti cibi grassi e bevande gassate o alcoliche, che promuovono l’accumulo di gas all’interno dello stomaco, causandone una distensione eccessiva.

Le manifestazioni principali interessano il cuore e comprendono:

  • aumento della frequenza cardiaca (tachicardia)
  • alterazioni del ritmo cardiaco (segnalate da pulsazioni irregolari) e dolore cupo
  • bruciore, senso di costrizione o peso al centro del petto (simile a quello caratteristico degli attacchi cardiaci o dell’angina).

Altri segnali che tendenzialmente inducono a pensare a un problema cardiaco sono:

  • la comparsa di difficoltà respiratorie
  • l’aumento della sudorazione
  • il senso di angoscia
  • la sensazione di svenimento
  • debolezza
  • stanchezza
  • mal di testa
  • vertigini

Si tratta di fenomeni che possono essere indotti direttamente dal problema gastrico o essere la naturale conseguenza dello spavento iniziale dato dalla comparsa di tachicardia e malessere generale.

Inoltre, possono essere presenti disturbi gastroenterici, come sensazione di pienezza, gonfiore e dolori addominali (soprattutto dal lato sinistro), eruttazioni, nausea e, meno frequentemente, reflusso gastroesofageo o rigurgito. In genere, tuttavia, se l’alterazione del ritmo cardiaco è significativa, i fastidi a carico dello stomaco vengono tendenzialmente trascurati poiché sia il diretto interessato sia chi lo assiste è portato a dare la priorità ai possibili rischi cardiovascolari (in particolare, attacchi cardiaci).

Se il pasto eccessivo è stato consumato nelle ore serali, i sintomi della sindrome gastro-cardiaca possono manifestarsi anche mentre si è a letto, impedendo di prendere sonno o causando un brusco risveglio in preda all’ansia.

COME ARRIVARE ALLA DIAGNOSI

Benché, come anticipato, la sindrome gastro-cardiaca sia assolutamente benigna, di per sé non associata a patologie cardiache di alcun tipo né a rischi per la salute generale, in qualunque momento si manifestino i sintomi descritti è bene interpellare subito il medico per avere la certezza che l’insorgenza del malessere e della tachicardia sia effettivamente legata alla cattiva digestione.

Se il fastidio sperimentato è molto lieve e non crea particolare angoscia può essere sufficiente una telefonata al medico di famiglia o alla guardia medica; viceversa, se la situazione appare più allarmante (anche senza necessariamente esserlo) è necessario chiamare il 118 o recarsi direttamente in Pronto soccorso per una visita di controllo tempestiva e gli esami di approfondimento necessari. In entrambi i casi, agli operatori sanitari dovranno essere descritti con la massima precisione la natura dei sintomi, i tempi, le circostanze e le modalità d’insorgenza, ricordando anche di indicare età, sesso ed eventuali patologie di cui si soffre e farmaci assunti per la loro cura.

Se tutti gli esami cardiologici sono nella norma, il passaggio successivo è una valutazione gastroenterologica per capire se sono presenti malattie che possono favorire o peggiorare l’accumulo di gas a livello dello stomaco e/o il meteorismo intestinale (per esempio, intolleranze alimentari) , causare dolore o bruciore al centro del petto (esofagite, malattia da reflusso gastroesofageo, ernia iatale ecc.) o influenzare sfavorevolmente la motilità del tubo digerente rallentando lo svuotamento dello stomaco (gastroparesi, stitichezza ecc.), e individuare soluzioni appropriate.

Altre possibili cause di aritmie che devono essere indagate con attenzione sono legate:

  • a fattori ormonali (in particolare, in presenza di mal funzionamento della tiroide e nella donna in peri-menopausa o nei giorni che precedono le mestruazioni)
  • a fattori psichiatrici (soprattutto, disturbo da attacchi di panico, disturbo da stress post traumatico, ansia generalizzata ecc.)
  • all’assunzione di integratori alimentari (per esempio, quelli a base di alghe, utilizzati per stimolare il metabolismo del corpo)
  • all’esecuzione di uno sforzo eccessivo a stomaco pieno.

 

Fonte geffer.it

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