Nervo vago

nervo vago

Curatore scientifico

Lorenzo Bichi

Specialità del contenuto

Neurologia

Indice del contenuto

  • Cos’è il nervo vago
  • Cos’è il nervo ricorrente
  • Quali sono i nervi cranici
  • Nevralgia
  • Funzione del nervo vago
  • Riflesso vagale
  • Disturbi al nervo vago
  • Sintomi di crisi vagale
  • Trattamenti per problemi al nervo vago
  • Stimolazione vagale
  • Ansia e nervo vago
  • Cure per problemi al tono vagale

 

Cos’è il nervo vago

Il nervo vago, o pneumogastrico, è il 10° nervo encefalico; si tratta di una componente fondamentale della sezione parasimpatica del sistema nervoso autonomo. Tale nervo fuoriesce dal midollo allungato e arriva fino all’addome, passando per il collo e per il torace. Poiché dirama verso gli organi principali del corpo umano (laringe, faringe, trachea, cuore, polmoni, buona parte dell’apparato digerente), si tratta di un nervo essenziale.

Origina nel bulbo, dal solco laterale posteriore di questa struttura troncoencefalica con circa 10 radici nervose che, fondendosi tra loro, confluiscono in un unico tronco nervoso.

L’ulteriore decorso del nervo è verso il forame lacero (detto anche giugulare) che attraversa, rigonfiandosi nei 2 gangli giugulare e nodoso e uscendo dall’endocranio. Il successivo decorso del vago è nel collo e quindi nel torace in contiguità della faringe prima e dell’esofago poi, attorno al quale i nervi vaghi di destra e di sinistra formano plessi nervosi, detti appunto periesofagei.

Più in basso, il vago forma ancora 2 plessi nervosi che sono davanti e dietro lo stomaco. Lungo il suo decorso il vago emette numerosi rami nervosi collaterali:

  • auricolare, che raccoglie la sensibilità della conca dell’orecchio;
  • faringei e laringei superiori, sensitivo-motori somatici per faringe e laringe;
  • i 2 nervi ricorrenti, motori e in piccola quota sensitivi per la laringe e quindi di primaria importanza per la fonazione.

Il vago poi, oltre a formare i plessi nervosi periesofagei e perigastrici, forma una fitta rete di terminazioni nervose per i polmoni, decorrendo attorno ai bronchi e distrinbuendo terminazioni nervose anche nei settori più interni del parenchima polmonare.

Dal plesso gastrico posteriore, si staccano nuove fibre nervose che vanno ad innervare, formandovi nuovi plessi, le ghiandole surrenali, i reni, la milza, il fegato, la prima metà dell’instino crasso.

Va ricordata infine l’innervazione parasimpatica del cuore che avviene pure con fibre vagali

 

Cos’è il nervo ricorrente

Il nervo laringeo ricorrente è un ramo del nervo vago che fornisce tutti i muscoli intrinseci della laringe, ad eccezione dei muscoli cricotiroidei. Ci sono 2 nervi laringei ricorrenti, destra e sinistra, nel corpo umano. I nervi destro e sinistro non sono simmetrici, con il nervo sinistro che si avvolge sotto l’arco aortico e il destro che si avvolge sotto l’arteria succlavia destra, quindi si sposta verso l’alto. Entrambi viaggiano a fianco della trachea. Inoltre, sono uno dei pochi nervi che seguono un decorso ricorrente, muovendosi nella direzione opposta al nervo da cui si dipartono, un fatto da cui prendono il nome.

nervi laringei ricorrenti trasmettono la sensazione alla laringe al di sotto delle corde vocali, forniscono i rami cardiaci al plesso cardiaco profondo e si diramano alla trachea, all’esofago e ai muscoli inferiori del costrittore. I muscoli posteriori del cricoaritenoideo, gli unici muscoli che possono aprire le corde vocali, sono innervati da questo nervo.

Passando sotto l’arteria succlavia, il nervo laringeo ricorrente di destra ha un decorso molto più corto di quello di sinistra che passa sotto l’arco aortico e il legamento arterioso. Si diramano dal nervo vago, rispetto al quale ricevono il loro nome; il termine “ricorrente” dal latino: re- (indietro) e currere (per correre), indica che corrono nella direzione opposta ai nervi vago da cui si diramano. I nervi vago scendono nel torace e i nervi laringei ricorrenti corrono fino alla laringe.

nervi vago, da cui si dipartono i nervi laringei ricorrenti, escono dal cranio al forame giugulare e viaggiano all’interno della guaina carotidea accanto alle arterie carotidiattraverso il collo. I nervi laringei ricorrenti si dipartono dal vago, la sinistra dall’arco aortico e la destra dall’arteria succlavia destra. Il sinistro passa davanti all’arco e quindi si avvolge sotto e dietro di esso. Dopo la diramazione, i nervi salgono in un solco alla giunzione della trachea e dell’esofago. Passano quindi dietro la parte posteriore, centrale dei lobi esterni della ghiandola tiroidea ed entrano nella laringe al di sotto della parte inferiore del muscolo costrittore, che passa nella laringe appena posteriormente all’articolazione cricotiroidea. Il ramo terminale è chiamato nervo laringeo inferiore.

A differenza degli altri nervi che forniscono la laringe, i nervi ricorrenti di destra e di sinistra mancano di simmetria bilaterale. Il sinistro è più lungo del destro, perché attraversa sotto l’arco dell’aorta il legamento arterioso.

Le fibre motorie somatiche che innervano i muscoli laringei e faringei si trovano nel nucleo ambiguo ed emergono dal midollo nella radice cranica del nervo accessorio. Le fibre si incrociano e si uniscono al nervo vago nel forame giugulare. I corpi cellulari sensoriali si trovano nel ganglio giugulare inferiore e le fibre terminano nel nucleo solitario. Le fibre parasimpatiche ai segmenti della trachea e dell’esofago del collo hanno origine nel nucleo dorsale del nervo vago.

Durante lo sviluppo, una serie di coppie di archi faringei si forma nell’embrione in via di sviluppo. Questi si proiettano in avanti dalla parte posteriore dell’embrione verso la parte anteriore del viso e del collo. Ogni arco sviluppa la propria arteria, il nervo che controlla un gruppo muscolare distinto e il tessuto scheletrico. Gli archi sono numerati da 1 a 6, dove 1 è l’arco più vicino alla testa dell’embrione e il 5° arco esiste solo transitoriamente.

Gli archi 4 e 6 producono le cartilagini laringee. Il nervo del 6° arco diventa il nervo laringeo ricorrente. Il nervo del 4° arco dà origine al nervo laringeo superiore. Le arterie del 4° arco, che si sviluppano tra i nervi della 4° e della 6° arcata, diventano l’arco sinistro dell’aorta e l’arteria succlavia destra. Le arterie del 6° arco persistono come dotto arterioso a sinistra e sono eliminate a destra.

Dopo la nascita, il dotto arterioso regredisce per formare il legamento arterioso. Durante la crescita, queste arterie scendono nelle loro posizioni finali nel petto, creando i percorsi ricorrenti allungati.

In circa 1 su 100-200 persone, il nervo laringeo inferiore destro non è ricorrente, si dirama dal nervo vago attorno al livello della cartilagine cricoide. Tale configurazione è accompagnata dalla variazione nella disposizione delle principali arterie nel torace; più comunemente, l’arteria succlavia destra si origina dal lato sinistro dell’aorta e attraversa l’esofago. Un nervo laringeo inferiore sinistro non ricorrente è ancora più raro, richiedendo che l’arco aortico sia sul lato destro, accompagnato da una variante arteriosa che impedisce al nervo di essere tirato nel petto dalla succlavia sinistra.

In circa 4 persone su 5, c’è un ramo di collegamento tra il nervo laringeo inferiore, un ramo del nervo ricorrente e il nervo laringeo interno, un ramo del nervo laringeo superiore. Questo è comunemente chiamato anastomosi di Galeno, anche se l’anastomosi di solito si riferisce a un vaso sanguigno.

Mentre il nervo ricorrente si aggancia all’arteria succlavia o all’aorta, emette diversi rami. Vi è una sospetta variabilità nella configurazione di questi rami al plesso cardiaco, alla trachea, all’esofago e al muscolo costrittore inferiore faringeo.

nervi laringei ricorrenti controllano tutti i muscoli intrinseci della laringe eccetto il muscolo cricotiroideo. Questi muscoli agiscono per aprire, chiudere e regolare la tensione delle corde vocali e includere i muscoli crico-tenoidi posteriori.

nervi laringei ricorrenti possono essere feriti a seguito di un trauma, durante un intervento chirurgico, a causa della diffusione del tumore. Lesioni ai nervi laringei ricorrenti possono provocare una voce indebolita (raucedine) o perdita della voce (afonia) e causa problemi alle vie respiratorie. La lesione al nervo può paralizzare il muscolo crico-tenoideo posteriore dallo stesso lato. Questo è l’unico muscolo responsabile dell’apertura delle corde vocali e la paralisi può causare difficoltà a respirare (dispnea) durante l’attività fisica. Lesioni a entrambi i nervi destro e sinistro possono provocare danni più gravi, come l’incapacità di parlare.

Il nervo riceve molta attenzione dai chirurghi, poiché, durante l’intervento chirurgico al collo, in particolare per la tiroide e la chirurgia paratiroidea, il nervo è a rischio di lesioni. Il danno ai nervi può essere valutato mediante laringoscopia, durante la quale una luce stroboscopica conferma l’assenza di movimento nel lato interessato delle corde vocali. Il nervo laringeo ricorrente di destra è più suscettibile al danno durante la chirurgia della tiroide perché è vicino alla biforcazione dell’arteria tiroidea inferiore destra, passando in modo variabile davanti, dietro o tra i rami.

Il nervo può essere compresso da tumori. Gli studi hanno dimostrato che il 2-18% dei pazienti con cancro del polmone sviluppa raucedine a causa della compressione del nervo laringeo, di solito a sinistra. Il nervo può essere tagliato intenzionalmente durante un intervento chirurgico al cancro del polmone per rimuovere completamente un tumore.

Nella sindrome di Ortner, una rara causa di paralisi del nervo laringeo ricorrente di sinistra, l’espansione delle strutture all’interno del cuore o dei vasi sanguigni maggiori colpisce il nervo, causando sintomi di lesioni nervose unilaterali.

 

Quali sono i nervi cranici

nervi cranici sono 12, nascono a livello dell’encefalo e si presentano a coppie (o paia).

Si tratta di strutture nervose di fondamentale importanza, che possono avere funzione:

  • sensitiva;
  • motoria;
  • mista (entrambe).

 

Nevralgia

La nevralgia è l‘infiammazione di un nervo o più nervi che causa dolori improvvisi di elevata intensità.  Può svilupparsi in diverse parti del corpo e pertanto può anche interessare i nervi cranici. Non si tratta di un’alterazione di tipo patologico del nervo, bensì un’azione di tipo irritativo.

Le diverse tipologie di nevralgia sono classificate in base alla loro localizzazione:

  • facciale, quando è interessata la parte del viso che va dalle palpebre alla mascella. È provocata dall’infiammazione del nervo trigemino, 1 dei 12 nervi cranici (il 5°);
  • sindrome di Sluder o nevralgia del ganglio sfenopalatino, quando colpisce il naso, la lingua, l’occhio e parte del collo;
  • intercostale, quando interessa il torace;
  • cervicobrachiale, quando colpisce la parte terminale degli arti inferiori;
  • sciatica, quando interessa gli arti inferiori. È provocata dall’infiammazione del nervo sciatico, da non confondere con il nervo crurale;
  • nevralgia del pudendo, quando si concentra particolarmente all’interno dell’area pelvica. È provocata dall’infiammazione del nervo pudendo;
  • malattia di Cotugno, caratterizzata da contrazioni muscolari involontarie e dolorose lungo il percorso del nervo sciatico, dalla natica fino alla caviglia.

Esiste inoltre un’altra classificazione, alla base della causa scatenante. Le nevralgie si dividono quindi in:

  • essenziale, se la causa non è conosciuta;
  • sintomatica, se la causa è invece nota.

 

Funzione del nervo vago

Il nervo vago è di fondamentale importanza per il benessere dell’organismo. Infatti:

  • contribuisce a stimolare la produzione dell’acido gastrico;
  • regola le diverse attività della colecisti;
  • regola i movimenti dello stomaco e dell’intestino durante la digestione;

Inoltre, questo nervo è interessato:

  • nei movimenti di restringimento dei bronchi;
  • nel rallentamento della frequenza cardiaca.

Per questo motivo, quando la funzionalità del nervo vago è compromessa (sia in modo blando che in modo più grave), insorgono sintomi piuttosto fastidiosi e talvolta molto dannosi. Questi sintomi possono coinvolgere diverse parti del corpo con intensità variabile.

Il vago risulta essere motore viscerale per tutti gli organi endotoracici (faringe, laringe, esofago, cuore, polmoni) e per molti organi sottodiaframmatici (surreni, reni, stomaco, prima metà dell’intestino crasso).

neuroni motori viscerali sono tutti riuniti nel bulbo e formano il nucleo dorsale del vago. Vi è poi una quota motrice somatica delle fibre del vago che va ad innervare i muscoli volontari della laringe e costrittori della faringe. I neuroni per questa funzione sono raccolti in un nucleo sempre bulbare, detto nucleo ambiguo.

Una terza parte delle fibre vagali è deputata a raccogliere la sensibilità della conca dell’orecchio e della radice della lingua (di questa, non la sensibilità gustativa). I neuroni per questa sensibilità sono riuniti nel ganglio giugulare.

Vi è infine un’ultima quota di fibre nervose che raccolgono la sensibilità viscerarl dagli organi che il vago innerva anche parasimpaticamente. I neuroni di queste utime fibre sono raccolti nel ganglio nodoso.

Va ricordato che il nervo vago di ciascun lato stabilisce numerose anastomosi con il glossofaringeo, con il nervo accessorio e con il sistema simpatico. Non è frequente osservare una paralisi del vago se non inserita in un più complesso deficit neurologico che comprende anche disturbi dell’innervazione di quei tronchi nervosi e fibre (glossofaringeo, nervoaccessorio, fibre simpatiche) che hanno col vago stretti rapporti di contiguità e di anastomosi.

 

Riflesso vagale

Il riflesso vagale si riferisce ai circuiti del riflesso del tratto gastrointestinale, dove le fibre afferenti ed efferenti del nervo vago coordinano le risposte agli stimoli intestinali attraverso il complesso vagale dorsale nel cervello. Controlla la contrazione degli strati muscolari gastrointestinali in risposta alla distensione del tratto da parte del cibo. Questo riflesso consente anche la sistemazione di grandi quantità di cibo nei tratti gastrointestinali.

Il nervo vago, composto da afferenze sensoriali e efferenti parasimpatici, trasporta segnali da recettori allungati, osmorecettori e chemocettori a complessi vagali dorsali dove il segnale può essere ulteriormente trasmesso a centri autonomi nel midollo.

Il riflesso vagale è attivo durante il rilassamento recettivo dello stomaco in risposta alla deglutizione del cibo (prima che raggiunga lo stomaco). Quando il cibo penetra nello stomaco, il riflesso vagale va dallo stomaco al cervello e poi di nuovo allo stomaco, causando un rilassamento attivo della muscolatura liscia nella parete dello stomaco. Se l’innervazione vagale viene interrotta, aumenta la pressione intra-gastrica. Questa è una potenziale causa di vomito dovuta all’incapacità della muscolatura dello stomaco prossimale di subire un rilassamento recettivo.

 

Disturbi al nervo vago

Un problema nella funzionalità del nervo vago può causare la sindrome vagale, la quale si manifesta con un rallentamento dell’efficienza del nervo stesso. Problemi al nervo vago potrebbero aumentare il rischio di ansia e depressione, in quanto la stimolazione di questo esso interessa il tono dell’umore.

Il nervo vago è direttamente responsabile di molte funzioni corporee, come la respirazione, il mantenimento della funzione digestiva, l’attività del cervello e il monitoraggio del battito cardiaco per mantenerlo regolare. Qualsiasi disturbo del nervo vago può influenzare queste funzioni, ma alcuni effetti sono più comuni di altri. Per esempio, se c’è una pressione sul nervo vago o viene stimolata per qualsiasi motivo, il risultato è di solito perdita di coscienza, sudorazione, pelle fredda e nausea. Questo perché, quando stimolato, il nervo vago fa rallentare il cuore e diminuiscono notevolmente i livelli di pressione sanguigna. Potrebbe sembrare un aspetto negativo, invece il nervo vago a volte viene stimolato per trattare le persone con grave depressione o condizioni di epilessia.

Influenza anche la deglutizione, il linguaggio e il riflesso del vomito. Un medico di solito tocca la parte posteriore della lingua per vedere se il riflesso del vomito è presente e osserva l’ugola e la parte posteriore della gola quando la persona parla. Se c’è qualcosa di insolito in questi processi, il tutto pone ulteriori prove per un disturbo al nervo cranico vago.

Chi soffre di disturbi del nervo vago congenito (presente dalla nascita) può richiedere l’utilizzo di un apparato di respirazione, pacemaker per aiutare a mantenere un battito cardiaco regolare e l’inserimento di un tubo di alimentazione, in modo che possano evitare di dover deglutire. Possono anche aver bisogno di seguire orari di alimentazione molto rigidi perché il nervo vago non è in grado di trasmettere al cervello se la digestione sia finita e e se la persona abbia ancora fame. I disturbi del nervo vago possono essere particolarmente devastanti e spesso i pazienti richiedono molte cure specialistiche.

Ci sono alcuni disturbi del nervo vago che si verificano durante la metà della vita o sono causati da un trauma al 10° nervo cranico. In questo caso, è possibile che l’individuo debba riadattarsi alla vita con un pacemaker o qualunque altra apparecchiatura sia richiesta. Naturalmente, se il disturbo è causato da una temporanea pressione su una parte del nervo vago, allora è possibile un recupero completo. Chiunque soffra di periodici svenimentidifficoltà a mangiaredeglutire parlare e abbassare la pressione sanguigna dovrebbe vedere uno specialista per una diagnosi definitiiva. Il paziente lavorerà con uno specialista per ottenere il trattamento di cui ha bisogno e mantenere una buona qualità della vita.

 

Sintomi di crisi vagale

sintomi variano da persona a persona. Solitamente, uno dei principali sintomi della sindrome vagale (detta anche crisi) è una sensazione di nausea, che si manifesta soprattutto nelle prime ore della giornata e con maggiore frequenza durante i cambi di stagione.

Altri disturbi includono:

  • crampi alla bocca dello stomaco e al piloro, ossia l’apertura che permette all’intestino tenue di comunicare con lo stomaco;
  • acidità di stomaco;
  • sensazione di tachicardia, che si manifesta come incremento dei battiti e che talvolta può portare ad una frequenza cardiaca oltre i 100 battiti al minuto. Ciò avviene perché il nervo vago innerva il cuore;
  • problemi alla cervicale (come dolore o rigidità al collo), che potrebbero essere tanto fastidiosi da impedire la corretta mobilità della testa e delle articolazioni collegate;
  • cefalea;
  • sensazioni di vertigine e di giramento di testa;
  • disturbi alle braccia e alle spalle;
  • formicolii ed intorpidimento;
  • problemi alla vista;
  • disturbi della deglutizione;
  • alterazione del meccanismo respiratorio, con conseguenze sulla respirazione;
  • collasso, causato da un repentino calo di pressione sanguigna.

Questo collasso è dovuto a crisi vasovagale (o sincope neurocardiogenica).

In generale, con sincope si indica la perdita di coscienza transitoria. La sincope vasovagale è la più comune. I soggetti affetti sono solitamente giovani e spesso hanno dei sintomi premonitori come:

  • sudorazione;
  • nausea;
  • stanchezza;
  • pallore.

La perdita di coscienza si manifesta con:

  • abbassamento di pressione;
  • rallentamento della frequenza del cuore.

Questi sintomi scompaiono rapidamente se il paziente viene disteso a terra, con le gambe leggermente alzate e la testa all’altezza del corpo o poco più bassa.

 

Trattamenti per problemi al nervo vago

Esistono diverse cure per risolvere i fastidi al nervo vago.

La stimolazione vagale rappresenta un possibile trattamento in caso di situazioni particolarmente gravi che si manifestano con tachicardie. Infatti, attraverso l’aumento del tono vagale, è possibile rallentare il battito cardiaco.

Questa stimolazione si può effettuare tramite specifiche manovre o mediante determinati farmaci. Le manovre possibili includono:

  • la manovra di Valsalva;
  • la manovra di Muller;
  • il massaggio carotideo.

È comunque opportuno rivolgersi ad un esperto: le manovre terapeutiche, infatti, se effettuate in modo scorretto, potrebbero avere gravi conseguenze per quanto riguarda il ritmo cardiaco o potrebbero addirittura causare blocchi atrio-ventricolari o fibrillazioni ventricolari.

In particolare, bisogna ricorrere alla manovra di Valsalva solo in seguito a precise indicazioni del medico curante. Questa, infatti, nonostante venga effettuata spontaneamente dal nostro corpo in determinate condizioni, prevede una compensazione forzata dell’orecchio grazie ad una pressione interna, la quale è ottenuta tappando il naso e facendo pressione sulle orecchie.

Nei casi più gravi, è inoltre possibile ricorrere alla stimolazione del nervo vago attraverso impulsi elettrici. Ad esempio, si può utilizzare l’elettrostimolatore, uno strumento che utilizza elettrodi da applicare sul muscolo per stimolarlo.

 

Stimolazione vagale

La stimolazione del nervo vago è una procedura che prevede l’impianto di un dispositivo che favorisca appunto il nervo con impulsi elettrici.

La stimolazione vagale viene più spesso usata per trattare l’epilessia quando altri trattamenti non hanno funzionato. E’ anche un trattamento per la depressione difficile da trattare che non ha risposto alle terapie tipiche.

I ricercatori stanno attualmente studiando la stimolazione del nervo vago come potenziale trattamento per una varietà di condizioni, tra cui sclerosi multipla, cefalea, dolore e morbo di Alzheimer.

Nella stimolazione convenzionale del nervo vago, un dispositivo viene impiantato chirurgicamente sotto la pelle del torace e un filo viene infilato sotto la pelle che collega il dispositivo al nervo vago sinistro. Il nervo vago destro non è usato perché trasporta le fibre che forniscono i nervi al cuore. Quando attivato, il dispositivo invia segnali elettrici lungo il nervo vago al tronco cerebrale, che quindi invia segnali ad alcune aree del cervello.

Un dispositivo impiantabile che stimola il nervo vago destro è anche oggetto di studio per il trattamento dell’insufficienza cardiaca.

Il 30-40% delle persone con epilessia non risponde pienamente ai farmaci antiepilettici. La stimolazione vagale può essere un’opzione per ridurre la frequenza delle convulsioni nelle persone che non hanno raggiunto il controllo con i farmaci.

Può essere utile anche per le persone che non hanno risposto ai trattamenti contro la depressione cronica, come i farmaci antidepressivi, la consulenza psicologica (psicoterapia) e la terapia elettroconvulsiva.

La stimolazione vagale è stata approvata per le persone che:

  • Hanno 12 anni o più
  • Sono affette da epilessia focale (parziale)
  • Hanno convulsioni che non sono ben controllate con i farmaci
  • Soffrono di depressione cronica e difficile da trattare (depressione resistente al trattamento)
  • Non sono migliorati dopo aver provato 4 o più farmaci o terapia elettroconvulsiva o entrambi

Per la maggior parte delle persone, la stimolazione del nervo vago è sicura, ma ha alcuni rischi, sia per la chirurgia per impiantare il dispositivo sia per la stimolazione cerebrale.

Le complicanze chirurgiche con la stimolazione vagale sono rare e sono simili ai pericoli di altri tipi di interventi. Includono:

  • Dolore dove viene effettuato il taglio (incisione) per impiantare il dispositivo
  • Infezione
  • Cicatrici da incisione
  • Difficoltà a deglutire
  • Paralisi delle corde vocali, che di solito è temporanea, ma può essere permanente

Alcuni degli effetti collaterali e dei problemi di salute associati alla stimolazione del nervo vago possono includere:

  • Cambiamenti vocali
  • Raucedine
  • Mal di gola
  • Tosse
  • Mal di testa
  • Dolore al petto
  • Problemi respiratori, specialmente durante l’esercizio
  • Dolore addominale o nausea
  • Formicolio della pelle
  • Insonnia
  • Rallentamento della frequenza cardiaca (bradicardia)

Per la maggior parte delle persone, gli effetti collaterali sono tollerabili. Possono diminuire nel tempo, ma alcuni possono essere fastidiosi fintanto che si utilizza la stimolazione vagale. La regolazione degli impulsi elettrici può aiutare a minimizzare questi effetti. Se gli effetti collaterali sono intollerabili, il dispositivo può essere spento temporaneamente o permanentemente.

Potrebbe essere necessario interrompere l’assunzione di alcuni farmaci prima del tempo e il medico potrebbe chiedere al paziente di non mangiare la sera prima della procedura.

Prima di un intervento chirurgico, il medico eseguirà un esame fisico, esami del sangue o altri test per assicurarsi che non ci siano problemi di salute. Prescriverà degli antibiotici prima dell’intervento chirurgico per prevenire un’ipotetica infezione.

La chirurgia per impiantare il dispositivo di stimolazione del nervo vago viene eseguita ambulatorialmente, consentendo al paziente di tornare a casa lo stesso giorno o in regime di ricovero, richiedendo un pernottamento in ospedale.

L’intervento richiede in genere da una a due ore. Si può rimanere svegli grazie all’iniezione di un’anestesia locale o si può essere incoscienti durante l’intervento (anestesia generale).

La chirurgia in sé non coinvolge il cervello. Vengono fatte due piccole incisioni, una sul petto e l’altra sul lato sinistro del collo.

Il generatore di impulsi è impiantato nella parte superiore sinistra del torace. E’ pensato per essere un impianto permanente, ma può essere rimosso se necessario. Ha le dimensioni di un cronometro e funziona a batteria.

Viene acceso durante una visita dal medico poche settimane dopo l’intervento. Quindi può essere programmato per fornire impulsi elettrici al nervo vago a varie durate, frequenze e correnti. La stimolazione vagale di solito inizia a un livello basso e aumenta gradualmente, a seconda dei sintomi e degli effetti collaterali.

L’ programmata per accendersi e spegnersi in cicli specifici. Si potrebbe avere delle sensazioni di formicolio o un leggero dolore al collo quando la stimolazione nervosa è attiva. Di solito, le stimolazioni sono programmate ogni uno o tre minuti.

Lo stimolatore non rileva l’attività di crisi o sintomi di depressione. Quando è acceso, si accende e si spegne agli intervalli selezionati dal medico. Al paziente verrà dato un magnete a mano in modo che possa iniziare una stimolazione da solo nel momento in cui sente l’inizio di un attacco.

Il magnete può essere utilizzato anche per disattivare temporaneamente la stimolazione del nervo vago, che può essere necessaria quando si svolgono determinate attività, come parlare in pubblico, cantare o esercitarsi o quando si sta mangiando se si hanno problemi di deglutizione.

È necessario visitare il medico periodicamente per assicurarsi che il generatore di impulsi funzioni correttamente e che non sia spostato fuori posizione. La maggior parte delle persone vede il proprio medico una o due volte all’anno per questo scopo.

Si dovrebbe contattare il medico prima di sottoporsi a qualsiasi test medico, come la risonanza magnetica, che potrebbe interferire con il dispositivo.

La stimolazione vagale non è una cura per l’epilessia. La maggior parte delle persone con tale patologia non smetterà di avere crisi epilettiche o prendere del tutto i farmaci dopo la procedura, ma molti avranno meno convulsioni, circa dal 20 al 50% in meno. Anche l’intensità delle crisi può diminuire. Prima di notare una significativa riduzione di queste, possono essere necessari fino a 18 mesi di stimolazione del nervo vago.

Le persone che hanno subito la stimolazione per curare l’epilessia possono anche sperimentare miglioramenti dell’umore e della qualità della vita.

 

Ansia e nervo vago

Il nervo vago interviene nella sensibilità delle mucose respiratorie e trasmette il ritmo, la forza e la frequenza della respirazione. Colpisce la faringe, la laringe, l’esofago, la trachea e i bronchi, oltre a somministrare fibre nervose al cuore, allo stomaco, al pancreas e al fegato. Svolge anche la missione inversa: cioè riceve segnali dagli organi interni e li invia al cervello per essere processati.

La parte più interessante è la relazione tra il nervo vago e l’ansia, in quanto trasmette anche segnali di nervosismo, calma, rabbia o rilassamento.

Il sistema nervoso è costituito da due sistemi “opposti” che inviano costantemente informazioni al cervello. Il sistema nervoso simpatico prepara all’azione, quindi nutre principalmente ormoni come l’adrenalina e il cortisolo. Il sistema nervoso parasimpatico interviene nel riposo e nel rilassamento.

In pratica, entrambi i sistemi funzionano come acceleratore e deceleratore. Il sistema nervoso simpatico accelera e attiva, il sistema nervoso parasimpatico aiuta a rilassarsi e a ridurre la velocità, quindi utilizza neurotrasmettitori come l’acetilcolina, che diminuisce la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna in modo che gli organi funzionino più lentamente.

Quando si è soggetti a situazioni stressanti, il sistema nervoso simpatico è attivato. Se la tensione persiste e non si può disattivare la risposta fisiologica che la innesca, non passerà molto tempo prima che appaiano dei problemi. A livello cerebrale, ciò comporta l’attivazione di 2 vie: l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e l’asse cervello-intestino.

LO STRESS CAUSA DANNI 

Il cervello risponde allo stress e all’ansia aumentando la produzione di ormoni che viaggiano dall’ipotalamo alla ghiandola pituitaria dove inducono il rilascio di un altro ormone, che a sua volta viaggia attraverso il flusso sanguigno verso le ghiandole surrenali per stimolare l’induzione di cortisolo e adrenalina, che agiscono come soppressori del sistema immunitario e precursori infiammatori, motivo per cui, quando ci si sente stressati e ansiosi ci si ammala facilmente e, alla fine, si può finire per soffrire di depressione, un disturbo che è stato collegato alla risposta ad un cervello infiammato.

Lo stress e l’ansia cronici causano un aumento del glutammato nel cervello, un neurotrasmettitore che, se prodotto in eccesso, provoca emicrania, depressione e ansia. Inoltre, un alto livello di cortisolo riduce il volume dell’ippocampo, la parte del cervello responsabile della formazione di nuovi ricordi.

Il coinvolgimento del nervo vago porterà a sintomi come vertigini, problemi gastrointestinali, aritmie, difficoltà respiratorie e risposte emotive sproporzionate. Infatti, poiché il nervo vago non è in grado di attivare il segnale di rilassamento, il sistema nervoso simpatico si mantiene attivo, questo farà sì che la persona risponda impulsivamente e soffra di ansia.

Il tono vagale viene trasmesso da madre a figlio. Le donne che soffrono di ansia, depressione o di rabbia durante la gravidanza hanno avuto un’attività vagale più bassa e anche i loro bambini hanno mostrato una bassa attività vagale e bassi livelli di dopamina e serotonina.

 

Cure per problemi al tono vagale

Il tono vagale è un processo biologico interno che rappresenta l’attività del nervo vago. L’aumento del tono vagale attiva il sistema nervoso parasimpatico, il che significa che ci si può rilassare più rapidamente dopo una situazione stressante e questo avrà un impatto positivo sull’equilibrio emotivo e sulla salute in generale.

Esistono varie tecniche di stimolazione del nervo vago:

  • Esposizione al freddo: attiva il nervo vago perché stimola i neuroni colinergici che attraversano queste innervazioni. L’esposizione regolare al freddo aiuta a ridurre la risposta di lotta-fuga che lancia il sistema nervoso simpatico. Può essere sufficiente una doccia fredda di 30 secondi al giorno o un asciugamano freddo sul viso. Ci si può sdraiare sulla pancia mettendo un cubetto di ghiaccio sulla nuca o bere rapidamente un bicchiere di acqua fredda.
  • Respirazione diaframmatica: la maggior parte delle persone inala aria tra le 10 e le 14 volte al minuto, il che significa che ha una respirazione superficiale. L’ideale sarebbe inspirare aria 6 volte al minuto. Pertanto, un’altra tecnica di stimolazione vagale molto efficace consiste nel respirare profondamente. La respirazione diaframmatica in particolare attiva il nervo vago e il cervello la interpreta come una necessità di calmarsi, anche se il nervo non ha dato quell’ordine in modo specifico. Basta fare una respirazione più profonda che porta l’aria nella parte inferiore del torace, usando il diaframma correttamente e promuovendo il rilassamento.
  • Meditazione, yoga e tai-chi: la meditazione può aumentare il tono vagale. Promuove sentimenti positivi verso sè stessi, causando l’attivazione del nervo vago, mentre modula l’attività del sistema nervoso parasimpatico. Lo yoga aumenta i neurotrasmettitori GABA, che promuovono la sensazione di calma e serenità aiutando a combattere l’ansia e lo stress. Il tai-chi, d’altro canto, è in grado di bilanciare la frequenza cardiaca, il che significa che stimola la modulazione vagale.

 

Articolo tratto da fonte https://www.pazienti.it/

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