cacia preistorica

Le menzogne di Vegani e Vegetariani

 

LIBERTA’ DI SCELTA…. 

Perché questo articolo?
Come Naturopata è parte della mia professione conoscere e approfondire l’argomento nutrizione e farlo senza preconcetti di nessun tipo, infatti e dalla nutrizione che prendiamo ogni elemento che il nostro corpo poi usa per costruire e dare energia. Una buona nutrizione e alla base di una buona salute.

Tutte le ricerche e i libri pubblicati partono sempre non dal idea di vedere la verità ma di dimostrare una propria teoria personale o di gruppo. Quindi si cercano solo quelle evidenze o prove che supportano la teoria o l’affermazione. Per questo trovate on-line tesi oppposte e prove contrapposte. La manipolazione dei dati e dei fatti è estremamente facile al contrario di quanto si pensi. Per esempio si può affermare che un tumore guarisce al 70% ma si omette di citare che quel tumore-organo ha sempre metastasi che creano un tumore del fegato e che la mortalità e del 100%.  Quindi la persona è guarita dal primo ma muore del secondo! ma per la statistica è guarita.

 

PREMESSA IMPORTANTE… Ho passato ore a cercare informazioni e altro su questo argomento, ma il web è praticamente saturo di siti Vegani e Vegetariani che ne dimostrano la superiorità… il Motivo è che dietro a questo sistema alimentare ci girano multinazionali alimentari e interessi economici che vanno oltre il cibo. Chi è Vegano o Vegetariano per coerenza e convinzione comprerà vestiti in sintonia con la sua idea, vorrà una macchina green, cercherà di avere sempre  oggetti o tecnologia “vegana”… Inoltre politici usano “il vegano green” per vivere alla grande in politica… ergendosi a loro difensori ma di fatto… pensano solo a se stessi. Il movimento Vegan e quello Vegetariano smuove affari di Miliardi di Dollari. Chiaramente non puoi portare dalla tua parte milioni di persone se non usi “delle verità di base” che poi manipoli facilmente, usando ogni sistema suggerito, collaudato e atto alla manipolazione con metodi forniti dalla scienza della psicologia e sociologia. 

 

Piramide alimentare
La vera piramide alimentare non è carnivora

QUALE DIETA – ALIMENTAZIONE ?

INTERESSANTE LA DIETA SECONDO GRUPPI SANGUIGNI

Il Principio

 il principio di base è quello di una correlazione tra dieta e gruppo sanguigno tale idea e basata sulla evoluzione genetica della umanita in base al luogo e quindi le risorse presenti. Nello specifico abbiamo diversi gruppi:

1. Gruppo 0: “Il cacciatore”. Si tratta del gruppo sanguigno più antico, dell’uomo cacciatore. I soggetti con questo gruppo (tipo me, per dire..) dovrebbero mangiare in prevalenza proteine di tipo animale, no ai latticini e alle leguminose nonchè a tutti i cibi basati sulla farina di frumento.. In sostanza una Paleo Diet.

2. Gruppo A: “L’agricoltore”. Gruppo sanguigno che si è sviluppato successivamente con l’avvento dell’agricoltura. Questi soggetti dovrebbero dunque consumare una dieta prevalentemente vegetariana.

3. Gruppo B: “Il nomade”. Gruppo che si è sviluppato nella Mongolia e nell’Asia centrale in seguito ai mutamenti climatici di 10.000 anni fa. Si trattava di popolazioni nomadi con un sistema immunitario molto resistente ed efficace. Questi soggetti possono consumare una dieta variegata ed equilibrata, da evitare soltanto alimenti ricchi di zuccheri semplici e conservanti.

4. Gruppo AB: “L’enigma”. Gruppo sanguigno sviluppatosi più di recente. Questi soggetti dovrebbero mangiare in maniera molto moderata ed evitare i cibi dannosi per il gruppo A e il gruppo B.

Dieta del gruppo sanguigno

 

Personalmente credo che l’alimentazione migliore per l’essere umano sia quella onnivora, prevalentemente basata sui vegetali ma con una moderata quantità di alimenti di origine animale. Tutto è questione di equilibrio, ricordando che sono la qualità, la quantità e la frequenza dei cibi che mangiamo a fare la differenza.

Ecco un breve elenco delle principali

Dieta onnivora (ossia, mangiare di tutto)
A questa categoria vogliamo dedicare poche righe, essendo la più semplice da spiegare. Gli onnivori, così come indica il termine stesso, mangiano tutto. Questa dieta non prevede alcuna limitazione, salvo quelle dettate da preferenze e gusti personali: i prodotti di origine animale vengono consumati tanto quanto quelli di origine vegetale.

Dieta vegetariana
Tra tutti i tipi di alimentazione oltre a quello appena introdotto, il regime vegetariano è probabilmente il più classico. L’alternativa “storica” alla dieta onnivora ha origine già nell’antichità. Agli inizi e in maniera del tutto indipendente, nella cerchia culturale greca e nella regione indiana si cominciò a optare per una forma di alimentazione priva di carne. Gli studi più recenti non hanno tuttavia constatato alcun legame diretto con l’alimentazione vegetariana sviluppatasi successivamente. Uno dei risultati ha però mostrato che già nell’antico Egitto venivano seguite diete povere di carne: malgrado si avesse a disposizione bestiame e pesce a sufficienza, sulle tavole venivano serviti soprattutto verdure e cereali. Il vegetarianismo indica il consumo esclusivo di alimenti di origine vegetale e di alcuni prodotti derivati dagli animali. Sono ammessi dunque uova, formaggi ecc.

Dieta pescetariana
Il pescetarianismo è una diramazione del vegetarianismo. I pescetariani non rinunciano alla carne, ma mangiano pesce, come suggerisce il nome. Si tratta di un modo sano di nutrirsi, completato dal consumo di questo prodotto animale. Tuttavia l’inglese “Vegetarian Society”, la più antica organizzazione vegetariana al mondo fondata nel 1847, stabilisce chiaramente che il consumo di pesce non è conciliabile con un’alimentazione vegetariana e con la sua filosofia. I pescetariani mangiano più che altro pesce e alcuni frutti di mare come crostacei e molluschi, anche se su questo punto vi sono posizioni differenti. I vantaggi di un’alimentazione pescetariana sono l’assunzione di numerose proteine preziose, acidi grassi omega-3 e amminoacidi, più facili da sintetizzare rispetto ai loro “avversari” vegetali.

Dieta flexitariana
Questa dieta, denominata anche semivegetarianismo, descrive abitudini alimentari che ammettono il consumo di carne, purché limitato. I flexitariani cercano infatti di rinunciare alla carne, senza rimproverarsi eventuali strappi alla regola. L’importante è che gli animali siano allevati con rispetto e che le carni siano di qualità. Questa scelta è dettata anche da motivi di salute: non a caso il numero di flexitariani aumenta con l’avanzare dell’età.

Il benessere dell’animale riveste un ruolo importante. I flexitariani si impegnano per un allevamento rispettoso e vogliono proporre il loro stile di vita come alternativa al consumo di carne a basso costo. Secondo gli studi, i flexitariani vivono in modo più sano e consapevole. Diversi medici sostengono che l’alimentazione flexitariana sia proprio quel che ci vuole, in quanto non può generare carenze alimentari. Infine, essa riduce il rischio di ammalarsi di cuore o diabete.

Dieta vegana
Al momento il veganismo è forse la forma di alimentazione più diffusa insieme al vegetarianismo. Si tratta di una scelta tanto criticata quanto amata, capace addirittura di far nascere (o sciogliere!) amicizie. Essere vegano non significa soltanto escludere qualsiasi prodotto di origine animale, è soprattutto una filosofia di vita e una missione. I vegani devono combattere ogni giorno contro pregiudizi e opinioni di ogni tipo. Da tempo è stata confermata la possibilità di nutrirsi in questo modo senza soffrire di carenze, con le dovute attenzioni e conoscenze. Molti dottori consigliano tuttavia di rinunciare all’alimentazione vegana in alcune fasi della vita, come ad esempio durante la gravidanza, l’allattamento e la crescita.

Dieta fruttariana
Il fruttarismo è una diramazione “radicale” del veganismo. Questa forma di alimentazione prevede il consumo esclusivo di frutta, badando a che la pianta non venga danneggiata durante il raccolto. Molti sostenitori del fruttarismo mangiano soltanto i frutti o le noci che sono già caduti dall’albero. Le regole alla base di questo regime alimentare non sono tuttavia ben definite. Alcuni fruttariani ad esempio mangiano miele, altri lo escludono categoricamente. Non vi è dunque una visione uniforme. I nutrizionisti ritengono tuttavia che chi consuma soltanto frutta sa a che cosa va incontro in termini di carenze. Alla maggior parte delle persone mancano soprattutto proteine, vitamine, calcio, zinco, ferro e iodio. Pertanto i dottori e i nutrizionisti sono d’accordo nell’affermare che questo tipo di alimentazione vada seguito con prudenza.

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Non ho mai amato e mai amerò coloro che scelgono di seguire una via ma poi si danno un gran da fare come “talebani” nel voler far valere la loro idea elevandosi a salvatori del mondo, amanti degli animali e difensori della natura. E sopratutto elevandosi come “esseri superiori” su tutti coloro che non la pensano e non agiscono come loro.
Mi sono trovato nella mia vita diverse volte a parlare con Vegani e Vegetariani, quando cominci a portare prove e ragionamento sul fatto che dicono menzogne e che molte delle loro affermazioni sono false o alterate la fine è sempre la stessa la violenza verbale e offesa personale. Che la dice lunga sul loro essere “pacifisti e rispettosi degli altri”.

Non parliamo poi della brutta e pessima mania di pubblicare sui social pubblici (quindi non sulle loro pagine private viste solo dai loro amici che è perfettamente lecito) scene di uccisione nei macelli, scegliendo con accuratezza quelle più disgustose e inumane…
Questi “video” sono pubblicati in maniera tale che sono visti anche da bambini ed adolescenti che non sono in gradi di eleborare quelle immagini,  il loro reale obbiettivo è creare nella famiglia una situazione di disagio.

VOGLIO A SCANSO DI EQUIVOCO RIBADIRE CHE NON DIFENDO NESSUNA SCELTA ALIMENTARE E NON MI INTERESSA DIMOSTRARE QUALE SIA LA MIGLIORE. OGNUNO SEGUE LA PROPRIA IDEA E SE NE RICAVA SALUTE E UNA BUONA CONVIVENZA CON SE STESSO

Quindi ho deciso di fare qualche ricerca e di seguito pubblicare alcuni articoli di giornali e blog del web.

le fonti sono alla fine del articolo

Si moltiplicano su web le tabelle nutrizionali comparative (farlocche) fra vegetali e derivati animali. La trappola ai danni dei lettori sta nel modo ingannevole di esprimere i numeri, pratica nella quale gli Apostoli del Veganesimo sembrano brillare quanto a spregiudicatezza

Ogni balla, per sembrare credibile, deve pur poggiare su una qualche verità. Inventarsi dal nulla numeri falsi porta infatti poco lontano. Se invece si prendono dei numeri oggettivi e li si manipola in modo subdolo e malizioso si possono creare dati che una loro parvenza di obiettività par ben che la possiedano. Per lo meno agli occhi di un lettore poco preparato oppure già incline per sua disgrazia a credere a tutto ciò sia funzionale alla propria ideologia.

Fra le pratiche disinformative più battenti, negli ultimi anni si è distinta quella operata dai cosiddetti “Apostoli Vegan”, ovvero quelle avanguardie integraliste che non contente di aver rinunciato loro agli alimenti di origine animale devono a tutti i costi fare proseliti anche fra coloro che ad abbandonare uova, latte e bistecche non sembrino affatto interessati. Una crociata, la loro, da portare avanti con ogni mezzo, anche deformando consapevolmente la verità. Del resto, l’approccio vegano odora molto più di religione che di stile alimentare e come già fatto da altre religioni del passato non deve quindi stupire che anche il Credo vegano trovi lecita la menzogna quando finalizzata alla conversione dei “pagani”. Realizzato infatti che con il pietismo verso le bestie di “anime” riuscivano a convertirne poche, i talebani del Vegan hanno deciso di battere piste nuove.

La prima è quella del terrorismo, basata cioè sull’equazione carne/latte = tumori/malattie di ogni genere. La seconda mira invece a far credere alla gente che mangiando broccoletti, lattughe e zucchine si possa fare a meno degli alimenti di origine animale, perché i vegetali sarebbero già di per sé abbastanza ricchi di proteine e di elementi nutritivi essenziali. Del primo punto, il terrorismo pseudo-salutista, si parlerà in altra sede. Oggi si è infatti deciso di affrontare il secondo tema, ovvero l’alterazione sistematica delle informazioni in tema di alimenti e nutrizione. Perché i modi con i quali gli “Apostoli Vegan” cercano di gabbare gli ingenui sono diversi e tutti alquanto subdoli per impostazione e risultati.

L’obiettivo dichiarato di alcuni di loro è infatti quello di erodere la clientela dell’industria della carne fino a farla implodere per mancanza di mercato. Primo passo appare quindi quello di far credere alle persone che i prodotti di origine animale siano inutili dal punto di vista alimentare. Anzi, stando ai loro dati farlocchi, nei vegetali vi sarebbero ancor più nutrienti perfino fra quelli che da sempre i nutrizionisti dicono essere contenuti per via preferenziale in carni e formaggi. In altre parole, avete creduto che per mangiare proteine, ferro, calcio e alcune vitamine dovevate mangiare bistecche o Parmigiano? Falso! Per sostenere la vostra muscolatura e le vostre ossa dovete mangiare radicchio trevisano e spinaci… Praticamente, il loro approccio equivale a sostenere che se si butta un oggetto dalla finestra lo si dovrà andare a raccogliere sul tetto anziché sul marciapiede, perché la forza di gravità per certe teste pare essere solo un’opinione. Un non senso scientifico che urla vendetta, soprattutto quando a cadere vittime di tali menzogne siano adolescenti del tutto impreparati a gestire le false informazioni che vengono loro propinate.

Acqua si, acqua no

Un primo metodo, alquanto rozzo, di storpiare i dati è quello di giocare con l’acqua. E non si parla di fare gavettoni, bensì di considerare o meno i contenuti di acqua dei cibi. Come si potrà osservare nell’immagine sotto riportata e catturata nel web, parrebbe che il Regno Vegetale sia talmente ricco di proteine da surclassare quello animale. Nella realtà, le percentuali stratosferiche di proteine in broccoletti, spinaci & Co sono state calcolate sul residuo secco, non sul prodotto fresco. I valori di carne, pollo e uova, invece, sono calcolati proprio sul fresco, quindi sono inclusivi dell’acqua. Sapendo che i vegetali hanno un contenuto di acqua che spazia fra l’85 e il 90%, ragionare furbescamente sul residuo secco significa moltiplicare per otto o per dieci i contenuti percentuali reali. Ma ecco che, come per magia, se si restituisce l’acqua ai vegetali riportati nell’immagine i contenuti di proteine calano di quasi un ordine di grandezza (numeri in rosso), posizionandosi in media circa otto volte sotto il contenuto proteico della carne, come volevasi dimostrare. Peccato che il navigatore medio poco sappia di biologia, né tanto meno di nutrizione. Figuriamoci se è in grado di capire l’inganno insito nella sottrazione dell’acqua dai vegetali, mossa alquanto bieca e volgare con la quale le avanguardie più spregiudicate del Mondo Vegan cercano di irretire i lettori più sempliciotti.

Tabella prodotta con calcolo sul “secco” cioè su vegetali privati di tutta l’acqua, ma nella immagine si fa vedere il vegetale “fresco”… cosi si induce a credere che un “piatto di spinaci” fornisca 49% di proteine, ma ne dovresti mangiare otto piatti in realtà e il vero dato è quello in rosso 

falsificazione proteine vegetali

Quando le calorie contano

Un modo ben più scaltro per ingannare i lettori è quello di giocare con le unità di misura prescelte per esprimere un contenuto nutrizionale. Di solito si adottano percentuali riferite a 100 grammi di alimento fresco. È cioè corretto dire che per 100 grammi di carne fresca vi sono circa 25 grammi di proteine (vedi immagine sopra) mentre nei broccoli di proteine ve ne sarebbe poco più di un decimo. Visto che il trucchetto della sottrazione dell’acqua può essere facilmente smascherato, gli “Apostoli Vegan” hanno studiato un altro modo per coglionare la gente, ovvero quello di esprimere i dati per 100 Kcal, ovvero, i contenuti dei cibi vengono espressi in ragione di ogni cento calorie che essi ci danno. Ovvio che un vegetale, notoriamente ricco di acqua e fibre, non caloriche, sia favorito in tale confronto: prima di arrivare a 100 Kcal se ne deve infatti mangiare molto di più di quanto si abbia bisogno di fare in caso nel piatto ci si trovi una succulenta bistecca. Questa è infatti più ricca di proteine e di grassi, come pure ha meno acqua, perciò ne basta poca per farci raggiungere le fatidiche 100 Kcal. Se si confrontano quindi i valori riferendoli alle calorie, i vegetali vengono vergognosamente favoriti quanto a sali minerali, vitamine e perfino proteine! Ovviamente, questo giochino i crociati vegani se ne guardano bene dall’esercitarlo con alimenti vegetali particolarmente calorici, come per esempio i fagioli o i cereali. I cannellini apportano 337 calorie ogni 100 grammi di prodotto, cioè più del doppio della carne, a fronte di un contenuto proteico di poco superiore. Se si dovesse parametrare il contenuto di proteine in base alle calorie introdotte, i fagioli cannellini apporterebbero meno della metà delle proteine della carne. Non è quindi per caso se tale confronto non viene effettuato. Il riso integrale da parte sua ha circa 370 Kcal per 100 grammi di prodotto, ovvero 2,35 volte la carne. Si capirà bene che i suoi otto grammi scarsi di proteine sparirebbero nel nulla se il confronto con la carne si basasse sulle famigerate 100 Kcal usate furbescamente per le verdure…. Il resto del articolo e sulla pagina (1)

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Tre buoni motivi per non eliminare dalla dieta i cibi di origine animale:

1. I vegani possono avere carenza di alcuni nutrienti essenziali
La carenza principale è a carico della vitamina B12, un nutriente presente nella carne e nei cibi a base di proteine animali, particolarmente importante per la formazione del sangue e per la funzione del cervello. Il suo deficit comporta anemia perniciosa. La B12, inoltre, partecipa alla rimozione dell’omocisteina, una molecola potenzialmente dannosa per il sistema cardiovascolare e per il distretto cerebrale.

Un’altra carenza riguarda i grassi essenziali essenziali omega-3, EPA e DHA, presenti solo in alcuni pesci. Infatti, la forma vegetale di omega-3, cioè l’acido alfa linolenico (ALA), che ritroviamo ad esempio nell’olio di lino o nelle noci è convertito in EPA e DHA con scarsa efficienza del corpo umano . La carenza di EPA e DHA induce numerosi disturbi biologici, in quanto tali acidi grassi conferiscono protezione cardiovascolare, intervengono nei processi infiammatori ed immunitari e regolano (in particolare il DHA) l’equilibrio nervoso.

Un’alimentazione vegana non controllata può anche determinare una marcata riduzione dell’assunzione di micronutrienti come zinco, selenio e ferro, compromettendo il sistema immunitario e determinando anemia.

2. Non ci sono prove scientifiche che dimostrino che le diete vegane sono le migliori

Nonostante la propaganda vegana, non esistono studi controllati che dimostrino che la dieta che esclude completamente cibi di origine animale sia migliore. Ci sono alcuni studi che mostrano benefici per la salute e una ridotta mortalità in vegetariani e vegani tra il gruppo degli Avventisti del settimo giorno; tuttavia, il problema è che questi studi sono semplicemente osservazionali, cioè possono mostrare una correlazione, non una causalità.
Molti vegetariani e vegani sono più in salute rispetto alla media, perché mangiano meglio, non fumano, fanno più esercizio fisico. Tutto ciò non ha niente a che fare con l’eliminazione dei cibi di origine animale. In uno studio condotto su 10.000 individui composti sia da vegetariani che da soggetti attenti al corretto stile di vita, non è emersa alcuna differenza in termini di mortalità tra i gruppi . Gli effetti benefici sulla salute non sono esclusivi della dieta vegana; infatti anche una dieta basata su prodotti di origine vegetale con un consumo moderato di prodotti di origine animale ha dimostrato notevoli miglioramenti in termini di salute.

3. I sostenitori della dieta vegana fanno del terrorismo psicologico per promuovere la loro causa
Le persone che promuovono le diete vegane dovrebbero essere più oneste e non usare tattiche e bugie che non hanno alcun fondamento scientifico. Vorrei citare a tale scopo quello che rappresenta la “bibbia” dei vegani, il libro The China Study. Il China Study è un ampio studio epidemiologico svolto negli anni Ottanta nella popolazione cinese, per verificare l’eventuale esistenza di un nesso tra determinati cibi e lo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro. Tuttavia l’autore del libro ha scelto accuratamente solo alcuni dati emersi dallo studio per supportare la sua tesi preconcetta, omettendone altri fondamentali. Tale libro è ritenuto inattendibile dalla comunità scientifica; le ragioni sono diverse, ma la principale riguarda il metodo utilizzato per collegare le possibili cause con gli effetti. Negli studi epidemiologici rigorosi, infatti, i legami apparenti di causa ed effetto tra eventi (detti inferenze) sono scartati dagli esperti nel processo di revisione, ma questo non è accaduto nel caso del China Study, che non lo ha affrontato.

In conclusione, quindi, si può scegliere di diventare vegani, ma al momento non vi sono prove che ciò sia utile o benefico dal punto di vista della salute. Rimane però il fatto che le ricerche serie dimostrano che una riduzione delle proteine e dei grassi animali diminuisce il rischio di sviluppare tumori e altre patologie croniche, all’interno però di una dieta varia che comprenda latte, uova e pesce. Anche un consumo saltuario di carne è compatibile con una nutrizione equilibrata. (2)

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La carne non fa venire il cancro

Nell’ottobre del 2015 la maggior parte dei media ha divulgato in modo superficiale e allarmistico la decisione della IARC – l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità – di inscrivere i salumi tra le sostanze cancerogene e la carne rossa tra quelle che potrebbero esserlo.

E’ stata la stessa IARC a dover intervenire per far chiarezza, dopo il panico scatenato da certa cattiva stampa e tante inutili polemiche: è l’eccesso di carne rossa ciò che può essere nocivo (come per qualunque alimento, d’altronde), mentre un consumo moderato è del tutto sicuro e persino benefico, basta non superare i 700-750 grammi (peso a crudo) di carne rossa alla settimana. Inserita nella dieta in modo intelligente, la carne è un alimento dotato di solidi pregi nutrizionali che gli altri cibi non hanno.

Nei prodotti di origine animale non ci sono ormoni né antibiotici

Uno tra i luoghi comuni più diffusi tra chi ama disinformare e spaventare vuole che carne, latte e uova siano pieni di ormoni e antibiotici. E’ allora il caso di precisare che in Italia gli ormoni sono vietati in zootecnia dal 1981 e che negli allevamenti gli antibiotici vengono somministrati solo quando necessario e unicamente dietro prescrizione veterinaria.

Sapevi che la maggior parte dei presupposti su cui si fonda la dieta vegana sono sbagliati?

L’Italia è poi in assoluto uno dei paesi al mondo in cui gli alimenti animali sono più controllati, tanto che i dati raccolti dal Ministero della Salute in attuazione del Piano nazionale per la ricerca dei residui negli animali e nei loro prodotti dimostrano che su 44.108 campioni esaminati le irregolarità ammontano solo allo 0,09% del totale. Chi preferisce, in ogni caso, può anche ricorrere alla carne da allevamenti biologici.

UCCIDERE PER COLTIVARE

I vegani pensano con la loro scelta di evitare la morte e lo sfruttamento degli animali. Ma questo è falso.

Credono di non fare del male alla natura e agli animali semplicemente perché rinunciano alla bistecca e alle uova. Ignorano la moltitudine di esseri viventi che devono essere uccisi per coltivare un solo campo di cereali o di ortaggi (dagli insetti, ai lombrichi, alle lucertole, agli uccelli e ai loro piccoli e alle uova nei nidi, a mammiferi come talpe e topi), a causa delle tecniche di aratura, protezione e raccolta dei prodotti agricoli.

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Perché la scelta vegana non è sostenibile

Una scelta vegana è veramente sostenibile, come vanno affermando ormai in molti, dando per scontato che sia così? Spiace deludere ma purtroppo no, non è così. Spieghiamo il perché da più punti di vista.

La scelta di un’alimentazione vegana è di sicuro un nobile proposito, nelle intenzioni di molti, seppur a volte legate a un’umanizzazione degli animali valida per lo più nei contesti urbani occidentali, dove la scelta di cibi alternativi è molto ampia e la cultura si è allontanata dal mondo contadino che invece vive di ciò che offre la terra e il pascolo.
Al di là delle buone intenzioni però, una scelta alimentare di questo tipo è un fenomeno piuttosto innaturale, in quanto appare scollegato dal vero funzionamento della natura (seppur crudele) e da come gli organismi viventi sopravvivono su questo pianeta. Inoltre, questa scelta ha impatti ben superiori a quelli che si pensano e che si possano immaginare.

NOTA . si dice spesso che deriviamo dalle scimmie ma…. Una delle prime scoperte, tra le più notevoli fatte da Jane Goodall, è stata che gli scimpanzé cacciano e mangiano carne. Prima si credeva che gli scimpanzé fossero vegetariani. Tuttavia la carne e altri prodotti di origine animale costituiscono il 6% della dieta di uno scimpanzé. Le scimmie sono onnivore, erbivore o carnivore? I primati sono accomunati da una dentatura da onnivori, ovvero con incisivi, canini, premolari e molari sviluppati, che permette loro di avere una dieta variegata, costituita da vegetali, funghi, insetti, piccoli uccelli, rettili, anfibi e altri mammiferi… 

Consumi delle risorse

Un mondo vegano, in termini di consumi di risorse, soprattutto petrolifere, avrebbe un impatto molto importante a causa dell’utilizzo di fertilizzanti, ma anche dell’abbandono di materiali di origine animale che quotidianamente utilizziamo. Infatti, i fertilizzanti per coltivare frutta e verdura sarebbero quasi solamente chimici per sostenere la produzione (addio biologico), i capi di vestiario esclusi come lana, seta e pelle darebbero ancora più spazio a quelli sintetici (sempre di origine petrolifera). O ancora, gli impatti della produzione di cibi come la quinoa, l’avocado o il tofu si farebbero ancora più devastanti di quanto non siano già. Le condizioni delle zone andine convertite a monocolture di quinoa, o quelle messicane destinate al tanto utilizzato avocado sono infatti molto evidenti: largo uso di fertilizzanti e concimi chimici, ma anche di acqua, impoverisce i terreni che diventano più aridi e aggravano i rischi per la biodiversità. Senza poi calcolare gli effetti che queste monocolture hanno sulla popolazione locale che ormai non può più permettersi un cibo che fino a pochi decenni fa era alla base della propria alimentazione.

La scelta vegana quindi, diventa difficilmente sostenibile sia a livello ambientale, che a livello sociale (spazza via, almeno in Italia, secoli di tradizioni e cultura in nome di trovate del marketing travestite da scelte etiche) ed economico – i vegan di città non sanno, o dimenticano facilmente, che la maggior parte del pianeta sopravvive proprio grazie alla zootecnia, se non altro perché vive in zone in cui i terreni non sono generosi come i nostri in Europa, e permettono di allevare, ma non coltivare.

Tornando agli aspetti sociali, la zootecnia è spesso anche l’unica forma di emancipazione per le donne in molti Paesi che, grazie a qualche capo di bestiame che permette varie forme di micro-imprenditorialità nel sud del mondo, possono avviare attività economiche che le rendano indipendenti.

Chi crede di salvare il pianeta smettendo di mangiare carne, pesce, uova o formaggi è spesso in buona fede, ma è caduto in un tranello.
Non è escludendo questo o quell’alimento che si fa la differenza. Certo, bisogna avere un consumo moderato di carne e prodotti di origine animale (le principali linee guida nutrizionali consigliano 500 grammi di carne e salumi alla settimana), quindi ridurne il consumo, soprattutto in contesti come quello americano, australiano o nordeuropeo è fondamentale. (4)

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Che differenza c’è tra vegano e vegetariano?

La differenza fondamentale tra questi stili alimentari è rappresentata dalle famiglie di alimenti il cui utilizzo viene limitato: la dieta vegana si basa sul consumo esclusivo di alimenti di origine vegetale, mentre le diete vegetariane in senso stretto includono alcuni derivati animali.

Diete vegetariane: quante e quali sono?

L’aggettivo “vegetariano” in realtà è un termine generico usato per indicare tutti i tipi di stili alimentari a base vegetale (quindi anche quello vegano).

La dieta vegetariana più conosciuta è quella latto-ovo-vegetariana (LOV) che esclude il consumo di tutti i tipi di carne (pesce e molluschi compresi) e di tutti i prodotti ottenuti dalla loro trasformazione industriale (insaccati, paté etc.). In questo caso sono però ammessi i derivati animali (latte e derivati, uova, miele) e – ovviamente – tutti gli alimenti di origine vegetale.

Esistono alcune varianti di questo modello: la dieta latto-vegetariana (LV), che differisce dalla precedente solo per l’esclusione dell’uovo e quella ovo-vegetariana (OV), che è simile alla LOV ma esclude latte e derivati.

Un’altra possibilità, è quella della dieta pescetariana, che prevede il consumo di pesce, molluschi, frutti di mare e crostacei, derivati animali e prodotti di origine vegetale ma non di carne rossa, pollame e selvaggina.

La dieta vegana invece prevede l’esclusione di tutti i prodotti e derivati animali e di conseguenza permette di consumare solamente alimenti di origine vegetale.

Quali sono i motivi che portano a scegliere una dieta vegetariana?
Sono molti, e di diversa natura, i motivi che spingono le persone ad abbracciare una dieta a base vegetale.

Ad esempio, c’è chi lo fa per ragioni etiche, come il rispetto ed amore nei confronti degli animali. Oppure per non finanziare l’economia degli allevamenti intensivi.

Altri hanno motivazioni di tipo ambientale. Moltissimi studi dimostrano che una riduzione collettiva del consumo di alimenti animali avrebbe effetti positivi sul nostro pianeta. Per esempio, sui livelli di consumo dell’acqua, di produzione di gas serra, di sfruttamento ed inquinamento del suolo.

Infine, vi è chi desidera migliorare il proprio stato di salute e limitare l’assunzione delle sostanze dannose che sono spesso presenti nella carne, nei prodotti della loro trasformazione industriale e nei derivati animali in generale (come ad esempio antibiotici ed ormoni — cosa non vera in Italia… o nei paesi con severi controlli).

A confronto vegetariani, vegani e consumatori di carne: i dati di mortalità sono sovrapponibili, mentre sono le cause di morte a fare la differenza

Questa ricerca ha confrontato i dati di mortalità totale e per le singole cause emersi nelle coorti britanniche di due grandi studi prospettici di popolazione: l’Oxford Vegetarian Study (OVS) e l’EPIC-Oxford (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition-Oxford), iniziati rispettivamente negli anni ’80 e negli anni ‘90. L’osservazione fino al 2014 di queste popolazioni (composte per un terzo da  vegetariani o vegani e per tre quarti da donne) ha permesso di delineare un quadro piuttosto preciso nel tempo della situazione nutrizionale dei vegetariani, dei vegani e dei consumatori abituali di carne in Gran Bretagna e dell’associazione con malattie e mortalità.

In sintesi, ecco i dati:
–   Al 2014, non sono emerse differenze significative per quanto riguarda la  mortalità per tutte le cause tra i diversi gruppi.
–   Analizzando le diverse cause di morte, tra i moderati consumatori di carne, la mortalità per cancro pancreatico, malattie respiratorie e per tutte le altre cause è risultata inferiore (30-45%) rispetto quella rilevata tra coloro che consumavano carne 5 volte la settimana.
–   Tra i consumatori di pesce, si sono osservati una riduzione del 20% della mortalità per tumori e un aumento del 20% della mortalità per cause cardiovascolari.
–   Tra i vegetariani e i vegani la mortalità per cancro pancreatico e tumori del sistema linfopoietico era dimezzata, mentre la mortalità per tutti i tumori era inferiore del 10% circa (una differenza non significativa) rispetto agli altri gruppi.
Questi risultati restano identici, anche dopo gli opportuni aggiustamenti statistici in considerazione del peso (BMI), del genere, dell’abitudine al fumo (quest’ultima comunque scarsamente diffusa in tutti i gruppi considerati).
Analizzando separatamente vegetariani e vegani, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa nella mortalità per le prime 6 maggiori cause di morte tra vegani e consumatori abituali di carne.
I dati sono risultati sovrapponibili anche confrontando la mortalità prima dei 75 anni e a 90 anni.
Questi risultati, riferibili a una popolazione britannica, suggeriscono che tra gruppi omogenei di vegetariani e di non-vegetariani, (includendo persone che consumano pesce, ma non carne e i consumatori di carne 5 volte alla settimana in media) la mortalità per tutte le cause risulta praticamente comparabile. Diversa la situazione per quanto riguarda le cause di morte: un tema che, suggeriscono gli Autori, merita ulteriori approfondimenti.

Mortality in vegetarians and comparable nonvegetarians in the United Kingdom.

Appleby PN, Crowe FL, Bradbury KE, Travis RC, Key T.
Am J Clin Nutr. 2016 Jan;103(1):218-30. doi: 10.3945/ajcn.115.119461. Epub 2015 Dec 9.

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COMCLUSIONE

Di fatto non ci sono prove che una dieta Vegana o Vegetariana sia in qualche modo migliore di una ONNIVORA, quello che si fà è truccare sia i dati e le informazioni. Una Dieta Onnivora non si basa nella piramide alimentare sul consumo di carne che per quanto riguarda la storia dell’uomo e solo una componente della alimentazione totale. Per migliaia di anni La specie umana si è sempre cibata di Frutta, Verdura, Semi…. e carne non certo mattina e sera. E questo si evidenzia osservando popolazioni che ancora oggi vivono come 10.000 anni fa nella foresta amazzonica. La caccia o pesca non è la fonte primaria alimentare ma una parte. Quindi si fa passare una cattiva alimentazione che crea danni alla persona ed al pianeta come se fosse “il sistema vero” su cui basare le osservazioni… Ma come è ampiamente dimostrato per esempio un uso eccessivo di carboidrati (in special modo raffinati) e deleterio e causa patologie terribili. Eccedere in un alimento anche ottimo per la salute causa l’effetto inverso portando a problemi seri… Tipico l’esempio del caffe. Se usato nella giusta quantità moderata è estremamente benefico se ne facciamo uso eccessivo crea danni seri. Non esiste cibo “panacea” perchè ogni fonte alimentare ha i suoi Pro e Contro… E solo nella valutazione del individuo (tipo di struttura, lavoro, ambiente etc..) che si puo determinare una alimentazione bilanciata.

Certamente e ben differente mangiare un uovo di una gallina che scorrazza libera su di un prato da una in mezzo a 10.000 galline stipate in un capannone e nutrite a mangime monocomponente… Non cè dubbio che il livello di nutrizione della seconda e davvero misero…

Le Malattie moderne degli ultimi 100 anni sono causate da un uso sconsiderato delle fonti alimentari, della follia di produrre sempre di più ma con cibi sempre più poveri, sempre più studi indicano che molti dei cibi odierni contengono una quantità di vitamine e sostanze nutritive inferiore rispetto a 70 anni fa. frutti, ortaggi e cereali contengono oggi una quantità di proteine, calcio, fosforo, ferro, riboflavina e vitamina C inferiore rispetto a quelli coltivati decenni fa. Gli scienziati sostengono che la radice del problema siano le moderne lavorazioni agricole, che aumentano la resa delle colture, ma compromettono la salute del suolo. Tali lavorazioni comprendono metodi di irrigazione, fertilizzazione e raccolta che danneggiano anche le essenziali interazioni tra le piante e i funghi del terreno, riducendo l’assorbimento di sostanze nutritive dal suolo. A questo si aggiungono gli effetti del cambiamento climatico e dell’aumento dei livelli di anidride carbonica, ulteriori fattori che contribuiscono al minore apporto nutrizionale di frutta, verdura e cereali.

Quindi i Vegetariani per esempio devono avere una dieta molto varia e soprattutto una grande conoscenza della fonte alimentare per introdurre tutti i nutrienti necessari. Inoltre molti degli alimenti causa danni incredibili al pianeta ma si preferisce non vedere… Il boom della soia e del consumo di carne coincide con l’aumento della deforestazione. Secondo il Wwf, la soia è il secondo maggiore driver di deforestazione al mondo dopo l’allevamento bovino.

Agricoltura, e silvicoltura sono i responsabili di un quarto delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. L’anno scorso, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) ha chiarito che le emissioni nette di gas serra antropogeniche dovranno diminuire del 25% entro il 2030 e raggiungere lo zero netto entro il 2070, se l’umanità vuole evitare che la temperatura globale superi i 2°C. Sorprendentemente, per farlo dovrà anche limitare il consumo di soia. La coltura è il secondo driver agricolo di deforestazione, dietro all’allevamento del bestiame. Di recente anche consumatori e investitori si stanno interrogando sul reale impatto della soia sulla deforestazione.

Quindi ogni persona può fare una sua scelta personale ed è perfettamente libera di farlo senza doversi sentire sotto giudizio, è una sua scelta. quando invece si vuole imporre questa scelta agli altri come un dogma di qualche tipo allora questo atteggiamento non è giustificabile.

L’alimentazione BILANCIATA e che tiene conto del sistema Natura-Uomo è la cosa che ha fatto si che la specie umana divenisse la specie dominante. Oggi NON si impara più a nutrirsi valutando il cibo per apporto dei nutrienti utili ma si impara solo a mangiare. Si mangia di tutto senza minimamente comprendere il valore nutrizionale o i danni che si creano… Si usano cereali “sbiancati” praticamente cibo morto senza nessun valore nutrizionale non si è ucciso nessun animale ma si fa Suicidio. Si usano cibi Confezionati pieni di adittivi, si pensa che il Bio sia sano ma non si tiene conto di dove si coltiva. L’acqua di irrigazione viene dai fiumi inquinati e dal cielo ad ogni pioggia tutti i veleni presenti nell’aria cadono sui cami e sulla terra. La terra è Povera e senza concimi non ha “energia” per produrre. Una volta l’agricoltura usava il ciclo dei sette anni con una parte del terreno lasciata a pascolo libero per un anno in modo da rigenerare il terreno, si piantavano diverse piante a rotazione in modo da riequilibrare la parte di terreno fertile tr apiante sfruttanti e non… Oggi senza Chimica o senza concime organico (cacca di mucca o altro) non crescerebbe nulla…

cibo spazzaturaLa vera Svolta è solo una tornare a nutrirci in maniera equilibrata e sana e soprattutto a mangiare in maniera moderata in Ayurveda il sistema medico dice che dalla tavola non ci si deve mai alzare sazzi ingozzandosi fino a scoppiare…

Meno cibo spazzatura , più variazione secondo stagione, più mangiare equilibrato Uguale salute.

 


Fonti

Le immagini sono tratte da siti web o altra provenienza nel copiarle non ho evidenziato copyright
(1) https://giornalismocomunicazione.wordpress.com/2014/06/23/
(2) https://www.francescocagnazzo.it/dieta-vegana/
(3) https://www.lucaavoledo.it/2016/11/diventare-vegani.html
(4) https://www.bioecogeo.com/perche-la-scelta-vegana-non-e-sostenibile/
(5)

 

 

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