Sindrome da burnout: di cosa si tratta e come uscire dal vortice dello stress.

Soffri di Sintomi:

  • Fisici come mal di testa, disturbi del sonno, gastrointestinali e malattie cardiovascolari.
  • Psicologici con ansia, depressione, insoddisfazione e tendenza al pensiero ossessivo.
  • Comportamentali riguardanti disturbi alimentari, aggressività ed impazienza.

Il burnout è una sindrome legata allo stress lavoro-correlato, che porta il soggetto all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi (ad es. apatia, nervosismo, irrequietezza, demoralizzazione) che possono associarsi a problematiche fisiche (ad es. cefalea, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali etc.). Il burnout può colpire qualunque lavoratore anche se è coloro più esposti al rischio sono coloro che svolgono professioni d’aiuto. È una sindrome riconosciuta come “fenomeno occupazionale” dall’OMS nel maggio del 2019 ma non ancora come una condizione medica.

Sindrome del burnout: un po’ di storia

La storia del burnout inizia negli Stati Uniti intorno agli anni ’70, periodo in cui il termine burnout fu usato per la prima volta per identificare una sindrome tipica nelle professioni d’aiuto (medici, infermieri, ecc.).
Nel 1975 Christina Maslach utilizzerà questo termine per definire la sindrome da burnout, i cui sintomi evidenziano una patologia comportamentale in tutte le professioni caratterizzate da un’elevata implicazione relazionale (lavoratori a contatto con un pubblico, quali impiegati, personale di servizio, ecc.).
Nel 1981 Maslach costruì il Maslach Burnout Inventory, un test sul burnout che indaga, attraverso diversi gradi di risposta, i sintomi del burnout lavorativo.
La sindrome di burnout è stata riconosciuta anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come uno “dei fattori che influenzano lo stato di salute”. Ciò nonostante la diagnosi di burnout non è contemplata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), poiché il burnout non è inserito tra i disturbi psichici.

LO STRESS BIOLOGICO, PSICOLOGICO E LAVORATIVO

Il termine “stress” deriva dal latino “stringere” (legare strettamente). In generale rappresenta la nostra risposta psicologica e fisica di fronte a stimoli considerati minacciosi.
Secondo l’approccio medico lo stress è la risposta dell’organismo ad uno stimolo che interferisce con il normale equilibrio fisiologico dell’individuo. La prospettiva psicologica considera lo stress un fenomeno soggettivo che origina dall’interazione tra l’individuo e l’ambiente. Il ruolo dei fattori cognitivi ed emotivi è quello di “filtrare” gli stressor (ovvero gli stimoli che provocano lo stato di disequilibrio). Nei contesti lavorativi lo stress indica quell’insieme di risposte fisiche di allarme, cognitive ed emotive innescate quando le richieste lavorative non corrispondono alle capacità e alle risorse del lavoratore.
Lo stress svolge una funzione benefica quando permette all’individuo di attivare le proprie risorse e di fronteggiare le minacce. Tuttavia, se l’attivazione è eccessiva e prolungata nel tempo, lo stress diventa disadattivo compromettendo il nostro benessere psicofisico. Le reazioni negative allo stress comprendono diversi tipi di sintomi:

• Fisici come mal di testa, disturbi del sonno, gastrointestinali e malattie cardiovascolari.
• Psicologici con ansia, depressione, insoddisfazione e tendenza al pensiero ossessivo.
• Comportamentali riguardanti disturbi alimentari, aggressività ed impazienza.

DALLO STRESS LAVORATIVO ALLA SINDROME DEL BURNOUT

Il burnout è una delle principali forme di reazione allo stress lavorativo. È una sindrome psicologica derivante da un’esposizione prolungata a situazioni di stress nei luoghi di lavoro. Per questo motivo è considerata una sindrome prettamente lavorativa. Tra le professioni maggiormente a rischio per l’insorgenza del burnout abbiamo le così dette “helping professions”. Questo tipo di professioni d’aiuto la relazione costante con l’utenza (pazienti, studenti ecc..) richiede al lavoratore un notevole dispendio di risorse personali. Come conseguenza avremo uno squilibrio tra le risorse personali del lavoratore e le richieste derivanti dal contesto lavorativo stesso.

Modello tridimensionale del Burnout
• L’esaurimento emotivo, cioè la fatica psicofisica e lo svuotamento emotivo dei lavoratori. Questa dimensione è considerata centrale per identificare la presenza e/o insorgenza del burnout. • La depersonalizzazione che rappresenta la reazione difensiva dell’individuo all’esaurimento emotivo. Si riferisce ad un atteggiamento di distacco del lavoratore nei confronti delle persone e del lavoro stesso. • La ridotta efficacia professionale tipica conseguenza dei individui sottoposti a stress cronico. La sindrome del burnout è stata inserita nell’ ICD-10 (International Classification of Diseases) dove non viene riconosciuta come una vera e propria malattia, bensì come conseguenza dello stress cronico nei luoghi di lavoro che influenza lo stato di salute della persona. Inoltre, la sintomatologia del burnout ha ripercussioni negative non solo per il singolo, ma per l’intera organizzazione lavorativa.

La differenza tra lo stress lavorativo e l’insorgenza del burnout è sottile ma importante. Lo stress è una reazione momentanea che può facilmente rientrare nella norma, mentre il burnout tende a cronicizzarsi nel tempo, alterando significativamente il benessere del lavoratore. Inoltre, la sindrome da burnout sembra essere un problema rivelante all’interno dei contesti sanitari, ma è riscontrabile in qualsiasi tipologia di lavoro.

Il termine stress è generalmente utilizzato per identificare, in campo psicologico e medico, situazioni di tensione, disagio e affaticamento nella persona che, nell’ambito lavorativo, può provocare la sindrome di burnout. Questa è solo un’accezione che può assumere la parola stress, termine che può avere anche una connotazione benefica se associato ad un’attività stimolante, intensa e creativa.

Ci sono, infatti, due forme principali di stress:

  1. eustress (stress buono), caratterizzato da rapide risposte biologiche e comportamentali, che portano la persona ad avere una buona prestazione in termini di concentrazione, rendimento cognitivo risoluzione di problemi
  2. distress (stress negativo), costituito da un continuo accumularsi di stimoli-stressori, che portano l’organismo a sforzi esagerati e innaturali, che comportano generalmente ansia, sofferenza e tristezza.

Cos’è il burnout?

Come suggerisce l’OMS (L’Organizzazione Mondiale della Sanità), il burnout è uno stato di stress cronico lavoro-correlato caratterizzato dalla sensazione di completo esaurimento delle proprie energie fisiche e mentali. Il termine burnout significa letteralmente “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato” e viene utilizzato per descrivere una particolare forma di esaurimento psicofisico collegato al mondo del lavoro.

Christina Maslach, una delle più autorevoli ricercatrici sul tema, definisce il burnout come “una sindrome psicologica che emerge come risposta prolungata a stressors interpersonali cronici sul luogo di lavoro.” (Maslach, 2016) Sono tre gli aspetti principali che caratterizzano la sindrome da burnout:

  • Esaurimento: le persone in burnout si sentono prosciugate ed emotivamente esauste, incapaci di far fronte alle richieste del lavoro, stanche e giù di morale e sentono di non avere abbastanza energia. Le persone si sentono prosciugate e incapaci di recuperare le energie per poter affrontare nuovi progetti lavorativi.
  • Sensazione di alienazione dalle attività lavorative: le persone in burnout percepiscono il loro lavoro sempre più stressante e frustrante. Possono iniziare ad essere cinici verso i colleghi o verso i destinatari della propria attività lavorativa (ad es. verso i pazienti). Allo stesso tempo iniziano a distanziarsi emotivamente, mostrando un deterioramento progressivo dell’impegno nei confronti del lavoro.
  • Riduzione delle performance lavorative: il burnout peggiora le performance lavorative, riducendo la motivazione, la concentrazione e la creatività. Man mano che le prestazioni lavorative calano le persone si sentono sempre più sopraffatte dalle richieste professionali e sentono di non essere in grado di rispondere adeguatamente ai loro compiti lavorativi. La persona perde fiducia nei confronti delle proprie capacità.

Quando invece lo stato di esaurimento avviene in soggetti che si prendono cura dei propri cari ammalati si parla di burden del caregiver.

Chi è a maggior rischio di burnout?

Tutti coloro che svolgono una professione sono potenzialmente a rischio burnout anche se quelli che corrono i rischi maggiori sono quelli che lavorano nelle cosiddette “professioni d’aiuto”, quindi medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali etc (Romani et al., 2015). Secondo molti ricercatori infatti, l’essere costantemente a contatto con i bisogni e le necessità dell’utenza è un fattore stressante che, se non adeguatamente contrastato, può favorire l’insorgere del burnout (Chandawarkar et al., 2021; Kelly et al, 2021)

Anche altri professionisti, come forze dell’ordine, guardie carcerarie e pompieri, spesso a contatto con altre persone o impegnate a gestire emergenze, possono andare facilmente incontro al burnout.

Cause del burnout

Il burnout è una sindrome ad origine multifattoriale e diverse sono quindi le cause che possono scatenarla. In genere a scatenarla è un mix di fattori personali e del contesto organizzativo (Boutou, 2019). Tra le principali cause scatenanti il burnout troviamo:

  • Carichi di lavoro eccessivi e protratti nel tempo
  • Mancanza di controllo sul proprio lavoro
  • Basso senso di appartenenza all’organizzazione
  • Tensioni tra colleghi e clima organizzativo non supportivo
  • Insicurezza lavorativa o mancanza di riconoscimento per il proprio lavoro
  • Lavoro monotono, ripetitivo o senza sfide e obiettivi
  • Ambiente lavorativo caotico o con pressioni eccessive

Infine alcune caratteristiche personologiche sono state correlate significativamente al rischio di burnout. Tra queste, una tendenza al perfezionismo, una visione pessimistica di se stessi e del mondo, il bisogno di mantenere il controllo e il porsi obiettivi e traguardi professionali troppo elevati e irrealistici.

Segni e sintomi del burnout

I principali segni e sintomi del burnout si possono suddividere in tre categorie: sintomi fisici, sintomi psichici e sintomi comportamentali. L’emersione di questi sintomi è in genere subdola e avviene lentamente, rendendo difficile identificare, soprattutto nelle prime fasi, i segni del burnout.

Sintomi fisici del burnout

I principali sintomi fisici del burnout sono:

  • Sentirsi stanco e svuotato per la maggior parte del tempo
  • Avere basse difese immunitarie che causano malattie frequenti
  • Lamentare frequenti mal di testa o dolori muscolari
  • Manifestare cambiamenti nell’appetito e difficoltà nel sonno

Sintomi psichici del burnout

I principali sintomi psichici del burnout sono:

  • Senso di fallimento o di scarsa autostima
  • Sentirsi senza speranza, intrappolato o sconfitto
  • Sensazioni di distacco dal proprio lavoro
  • Perdita della motivazione
  • Ridotta soddisfazione e senso di realizzazione
  • Stato di costante tensione e irritabilità
  • Cinismo

Sintomi comportamentali del burnout

I più comuni sintomi comportamentali del burnout sono:

  • Rinuncia a prendersi delle responsabilità
  • Procrastinazione e ridotta produttività
  • Utilizzo di cibo, alcol o sostanze per gestire i sintomi emotivi
  • Parlare frequentemente agli altri delle proprie frustrazioni
  • Assenteismo sul lavoro
  •  

QUINDI ABBIAMO …

esaurimento: la persona si sente prosciugata, incapace di riposare e allo stesso tempo di pianificare e affrontare nuovi progetti;
cinismo: la persona assume un atteggiamento freddo e distaccato nei confronti dell’attività lavorativa e dei colleghi. Questo comportamento può essere interpretato come un atteggiamento di difesa da parte della persona per proteggersi da delusione o esaurimento, compromettendo seriamente l’equilibrio psico-fisico;
inefficienza: prevale un basso senso di autoefficacia e tutto appare insignificante. La persona inizia ad avere pensieri di inadeguatezza e oppressione, rivolti soprattutto alla pianificazione di nuovi progetti.

Le 4 fasi del burnout…

Il burnout da lavoro ha sintomi che si manifestano in maniera graduale

FASE 1) Entusiasmo: il lavoro è investito di aspettative irrealistiche. Un primo campanello d’allarme è che la persona sembra avere una dipendenza da lavoro, arrivando a sacrificare anche il suo tempo libero. Ci si aspetta di riuscire a fare grandi cambiamenti e di ottenere successo e riconoscimenti in breve tempo.
FASE 2) Stagnazione: è la fase immediatamente successiva alla delusione delle aspettative. Il lavoratore si accorge che gli sforzi fatti non hanno dato i risultati sperati: deluso e amareggiato, inizia ad adottare un atteggiamento passivo e rinunciatario.
iii. Frustrazione: a questo punto ci si sente inutili, incapaci di svolgere il proprio lavoro. Iniziano a comparire sentimenti di rabbia non solo verso i colleghi e i superiori, ma anche verso gli utenti cui è rivolta la propria professione.
FASE 3) Disimpegno: apatia e cinismo fanno da padrone delle giornate lavorative. La persona si sente completamente svuotata e inizia a non avere voglia di fare niente. Spesso avverte senso di colpa e sentimenti di inutilità. Tutto quello che prima la entusiasmava del suo lavoro sembra ora aver perso significato.

I sintomi psicologici del burnout da lavoro includono irritabilità, calo della motivazione, senso di colpa, pensieri di fallimento, disinteresse, riduzione dell’autostima e della fiducia in se stessi, paura di cambiare lavoro. Il burnout può anche provocare depressione e attacchi d’ansia e disturbi d’ansia.
Si può assistere a un vero e proprio crollo delle energie psichiche, tanto da parlare di sintomi da “esaurimento nervoso” da lavoro: da una parte la persona fa fatica ad andare a lavoro, fa spesso ritardo o richiede permessi e malattie, dall’altra anche la vita privata e le relazioni risentono dell’effetto del burnout.
I sintomi fisici includono disturbi gastrointestinali (come gastrite e colite), cefalee ed emicranie, ulcere, disturbi della pelle (come comparsa di acne e dermatite). A questi si accompagnano anche sintomi aspecifici quali stanchezza, apatia, disturbi del sonno e dell’appetito, calo del desiderio sessuale.

Cosa fare se si pensa di essere in burnout?

Generalmente quando si iniziano ad avvertire i primi sintomi del burnout la prima risposta è quella di cercare di scacciare le sensazioni di stanchezza e di esaurimento facendo leva sulla forza di volontà. Questo tentativo però, tendenzialmente, peggiora la situazione.

Per affrontare il burnout è necessario modificare il proprio stile di vita e il proprio modo di vivere il lavoro. Alcuni consigli pratici sono:

  1. Migliorare le relazioni sul posto di lavoro: avere relazioni più positive sul posto di lavoro, con colleghi, superiori e sottoposti riduce il rischio di burnout e aiuta a gestirlo.
  2. Trovare equilibrio tra vita privata e vita professionale: una vita dedicata completamente al lavoro aumenta il rischio di burnout. Trovare altre fonti di soddisfazione (nelle relazioni interpersonali, in un hobby, nel volontariato etc.) aiuta a vivere più serenamente anche il lavoro.
  3. Riposarsi: andare in ferie, svagarsi, dedicare il giusto tempo al riposo sono spesso antidoti importanti per il burnout.
  4. Fare attività fisica: l’attività fisica regolare è un ottimo strumento di gestione dello stress.

Quando la sintomatologia del burnout è significativa è opportuno rivolgersi ad un professionista competente in materia. L’aiuto professionale può infatti aiutare a comprendere meglio il problema e a sviluppare gli strumenti utili per affrontarlo.

Burnout: consigli utili per uscire dallo stato di stress

 

I sintomi del burnout sono molteplici e impattanti sul benessere dell’individuo, tanto da metterlo a repentaglio. I più diffusi sono un senso di depressione, ansia, spossatezza, crollo emotivo, insicurezza, scarsa autostima, difficoltà di concentrazione e apatia. Tutti questi fattori compromettono la vita quotidiana: la salute mentale è così messa in pericolo, sovrastata dalle innumerevoli preoccupazioni e da questi stati di malessere interiore.

Un importante strumento che ha mostrato di essere efficace nel prevenire il burnout in professionisti sanitari è la pratica della mindfulness. La mindfulness è una forma di meditazione orientale che viene impiegata da tempo per la gestione di stati di ansia, stress e numerose altre problematiche psicologiche.

Recenti studi hanno dimostrato che la pratica della mindfulness può essere efficace nella prevenzione del burnout in medici, infermieri, OSS e altri operatori delle professioni d’aiuto (Lamothe et al., 2016).

Per mettere un freno al burnout in aiuto una serie di consigli da parte degli esperti. Primo fra tutti quello di rivolgersi al supporto di uno psicologo se lo stato di stress perdura nel tempo ed è molto invalidante nei compiti quotidiani.

Tra le altre vie per uscirne, ci si può aiutarsi con un diario dove annotare tutto ciò che provoca ansia, paura, depressione, nonché individuare una serie di soluzioni pratiche da mettere in atto per uscire dallo stress.

Importante è anche praticare nuovi hobby, dedicarsi allo yoga e in generale all’attività sportiva per scaricare la tensione. Grande aiuto viene dalla meditazione: sperimentare tecniche di rilassamento porta molti benefici, aiutando a staccare i pensieri e facendo spazio nella mente.

 

 

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Bibliografia

Lamothe, M., Rondeau, É., Malboeuf-Hurtubise, C., Duval, M., & Sultan, S. (2016). Outcomes of MBSR or MBSR-based interventions in health care providers: A systematic review with a focus on empathy and emotional competencies. Complementary Therapies in Medicine24, 19–28. https://doi.org/10.1016/J.CTIM.2015.11.001

Boutou, A., Pitsiou, G., Sourla, E., & Kioumis, I. (2019). Burnout syndrome among emergency medicine physicians: an update on its prevalence and risk factors. European Review for Medical and Pharmacological Sciences23(20), 9058–9065. https://doi.org/10.26355/EURREV_201910_19308

Chandawarkar, A., & Chaparro, J. D. (2021). Burnout in clinicians. Current Problems in Pediatric and Adolescent Health Care51(11), 101104. https://doi.org/10.1016/J.CPPEDS.2021.101104

Romani, M., & Ashkar, K. (2014). Burnout among physicians. The Libyan Journal of Medicine9(1). https://doi.org/10.3402/LJM.V9.23556

Maslach, C., & Leiter, M. P. (2016). Understanding the burnout experience: recent research and its implications for psychiatry. World Psychiatry : Official Journal of the World Psychiatric Association (WPA)15(2), 103–111. https://doi.org/10.1002/WPS.20311

Libri sul burnout

La sindrome di burnout è una problematica molto presente nella società contemporanea. Per approfondirne alcuni aspetti, vi suggeriamo alcuni libri:

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